Intervista all’autrice del romanzo “Asylum”.
Benvenuti ad una nuova intervista della rubrica ” Gli Emergenti”. La nostra ospite di oggi, è Vera Winters.
Buonasera Vera, che ne diresti di presentarti al pubblico che ancora non ti conosce? Parlaci un pò di te.
Prima di tutto vorrei ringraziare per la possibilità di quest’intervista, sono molto felice, è da parecchio tempo che non ho un confronto del genere. Detto ciò, un grandissimo saluto a chiunque si fermerà a leggere. Io sono Vera e non sono per niente brava a parlare di me, lascio di solito che lo facciano i miei personaggi e le mie storie. Posso dirvi che oltre ad essere un’aspirante scrittrice sono anche un’aspirante gattara, che sono nata nell’ormai lontano 1989 e che oltre alla scrittura e alla lettura, le mie passioni sono la musica, che non so fare ma che mi piace ascoltare, manga e anime di cui faccio qualche cosplay ogni tanto, e che mi diletto un po’ in cucina.
Quando è nata la passione per la scrittura? E come nasce la passione per il fantasy?
La passione per la scrittura è nata alle medie, quando mi sono resa conto che quello era l’unico modo in cui mi sentivo capace di esprimere me stessa in maniera profonda. La passione per il fantasy invece è cresciuta grazie al cinema e alla lettura; tuttavia, con il tempo si è spostata sempre più verso quelle sfumature dark, gotiche ed esoteriche che ripropongo, o quantomeno che cerco di riproporre, nei miei romanzi.
Cosa pensi sia necessario per catturare l’attenzione di un lettore?
A questa domanda poso solo rispondere con i miei gusti da lettrice. Quello che cattura la mia attenzione è una trama originale, con il giusto equilibrio tra azione e approfondimento psicologico dei personaggi. Soprattutto l’ultimo in effetti, entrare nell’io più profondo di un personaggio è proprio una cosa che mi tiene incollata alle pagine.
Parlando della tua saga, “Ophelia Hargreaves Chronicles”: ci descriveresti la trama?
Vorrei essere sintetica, perciò vi dirò questo: è una saga che parla dell’amore tra due sorelle che farebbero qualsiasi cosa l’una per l’altra. La loro famiglia sembra essere stata colpita da una maledizione che di generazione in generazione ne ha colpito i membri. Questo ha costretto le due a vivere, seppur in maniera differente, in gabbia, ed è la ricerca di una via d’uscita da questa condizione che muoverà Ophelia, la maggiore delle due, a stringere un patto con il Diavolo. Da qui si aprirà una vicenda che si snoderà per quattro volumi, di cui il quarto è in stesura.
Da dove nasce questo mondo fantastico?
In realtà questa storia è nata in maniera casuale mentre facevo zapping in tv tra vari documentari. Le idee si sono unite e poi la fantasia è andata a briglia sciolta, mescolando appunto gli scenari reali odierni con le atmosfere horror che giocano con alcuni aspetti della religione cristiana, che ho però modificato un po’ sia per non urtare la sensibilità di eventuali credenti, sia perché appunto stavo scrivendo un romanzo e non un trattato sulla Bibbia.
Parlando dei personaggi: quanto c’è di te in questa storia? Qual è il personaggio in cui ti rispecchi maggiormente e perché? Se non sono ispirati a te, le loro caratteristiche lo sono di qualcuno a cui tieni?
La risposta a questa domanda è la più semplice fino ad ora perché tutti i personaggi di ogni storia che scrivo devono necessariamente avere qualcosa del mio carattere affinché riesca a connettermi con le vicende e la trama. Come accennavo sopra, la scrittura è l’unico modo in cui sento di riuscire ad esprimere il mio io. Alcuni personaggi però sì, sono un omaggio alle persone a cui voglio bene.
Quanto è stato difficile scrivere questa saga? Avevi una storia in mente o è venuto da sé, con il tempo?
Normalmente quando scrivo ho un metodo molto rigoroso, prima faccio le ricerche che mi servono, poi preparo le schede dei personaggi principali, e un po’ per sommi capi gli avvenimenti principali della trama scandendo una linea temporale. Da lì poi la stesura è tutta in discesa, e finalmente anche l’ispirazione ha tutto lo spazio necessario per esprimersi.
Curiosità: chi è il tuo autore di fantasy preferito? Il tuo libro/saga fantasy preferito? Qualche autore ha influito nel tuo modo di scrivere?
Parto dal fondo: gli autori che credo abbiano influito sul mio stile sono due, estremamente diversi tra loro peraltro. Uno è Stephen King e l’altra è Banana Yoshimoto, a cui mi ispiro molto quando vado ad analizzare la psiche di un personaggio o il suo lato emotivo. Un altro autore che amo alla follia poi è Neil Gaiman. Per quanto riguarda la saga preferita invece, sicuramente il primo titolo a cui penso è “Queste oscure materie”.
Hai pubblicato in self, perché questa opzione invece di rivolgerti ad una casa editrice?
Ho scelto il self perché in altre pubblicazioni con case editrici non mi sono trovata granché bene perciò ho deciso di intraprendere la strada del self. È una grande responsabilità ed è faticoso, tuttavia mi sta regalando molte più soddisfazioni rispetto alle mie esperienze passate, ed inoltre almeno così se c’è qualche problema è solo una mia responsabilità e non devo litigare con nessuno. Con questo non voglio assolutamente dire che le CE sono il male, è solo che la mia personale esperienza è stata pessima.
I social ti hanno aiutato nella promozione del tuo libro?
Assolutamente sì, i social ormai sono fondamentali per ampliare il pubblico, e per quanto mi riguarda oltre alla promozione sono felice per l’opportunità che ho avuto di conoscere blogger dalla gentilezza infinita, con cui ho fatto anche amicizia.
A cosa stai lavorando in questo momento? Ci puoi anticipare qualcosa?
Al momento sono concentrata sull’ultimo capitolo della saga e sto valutando l’idea di uno spin off a volume unico su uno dei personaggi arrivato nel terzo libro. L’unica cosa che vi posso dire per non fare spoiler è che sto riuscendo a scrivere il finale che avevo immaginato fin dall’inizio, e che dopo Moondance, che è stato una sorta di spartiacque emotivo, dovrei aver finito con i traumi, per la gioia dei miei lettori.
Che progetti hai per il futuro?
Per il futuro ho fin troppi progetti in mente in realtà: collaborazioni a quattro mani, un m/m, un altro fantasy… Il progetto più importante però, si chiama “Indaco” ed è un diario scritto in prima persona, cosa rarissima per me, in cui racconterò delle cose estremamente personali, riguardo i problemi di salute che ho avuto negli ultimi due anni. Ho deciso di fare questa cosa con la speranza di essere d’aiuto a persone che hanno passato o che stanno vivendo la mia stessa esperienza.
Come ultima domanda, cosa consiglieresti ad un giovane autore per avere qualche possibilità di riuscita nell’impresa di pubblicare il suo romanzo d’esordio? Come superare le proprie paure e l’ansia nel pubblicare in self o nell’inviare il manoscritto alle case editrici, aspettandosi magari un no come risposta?
In tutta onestà vi dico che non mi sento così “arrivata” da poter dare consigli. Quello che però posso dire a gran voce è di non scegliere nessuna scorciatoia a pagamento, e di non usare il self come ultima spiaggia in caso di rifiuto.
Il self non è una strada di serie B, richiede un gran dispendio di energie, di studio, e anche un investimento monetario almeno per l’editing.
L’altra cosa che vorrei dire inoltre è di non avere fretta. Io per il primo romanzo l’ho avuta e ho sprecato un libro che aveva del potenziale, bruciato con la prima casa editrice che mi ha detto sì e che poi mi ha lasciato in mano solo un pugno di mosche. I
nformatevi, accettate i consigli e soprattutto non lasciatevi ingannare dalla cultura del “sei uno scrittore solo se vieni scelto”. L’editoria è business come qualsiasi altro settore. Si tratta di investire e guadagnare.
Scegliete la strada che ritenete più giusta per voi, con la vostra testa e siate pronti anche ai no, perché se ben motivati sono la cosa che fa crescere di più. So che sembra filosofia spicciola, ma è davvero così.
Detto ciò ho fatto una risposta più lunga del previsto.
Grazie ancora e alla prossima!
Grazie Vera per essere stata con noi. E’ stato un vero piacere.
Ricordo ai lettori che troverete la recensione di “Asylum” nella sezione apposita e anche su Instagram, vi aspettiamo!
“Asylum” è disponibile su Amazon.
Se avete delle domande per l’autrice scrivetelo pure nei commenti!
Alla prossima intervista.
Recapiti Social di Vera Winters:
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Grazie ancora a te per lo spazio che mi hai concesso e per la recensione. E anche per aver messo tutti i link, sei stata davvero impeccabile 💙