Recensione: Tre sfumature di viola di Valeria Barbagallo.

Recensione: Tre sfumature di viola di Valeria Barbagallo.

Trama:

Viola è una giovane studentessa fuori sede dall’animo malinconico.
Un giorno, sulla via di ritorno verso casa, rivede, dopo tanto tempo, una struttura antica sulla quale aveva tanto fantasticato da bambina. Determinata a scoprire, una volta per tutte, di cosa si tratti, decide di osservarla più da vicino e, con gran sorpresa, si renderà conto che essa rappresenta proprio ciò su cui si concentravano tutte le sue fantasie infantili.
Una grande e silenziosa dimora, circondata da campi di lavanda, in una terra in cui pare si aggirino strane creature dei boschi; una bizzarra coppia di anziani e un affascinante ed ermetico uomo si riveleranno essere forse il suo destino.
Qual è la loro storia? Viola lo scoprirà grazie a un libriccino che le verrà donato proprio nel momento in cui certe vicende la porteranno a stabilire che è ora di tornare a casa.
Ancora una volta in bilico sulla soglia tra immaginazione e realtà, Viola, a un certo punto, non saprà più cosa sia vero e cosa non lo sia, fin quando non sentirà di dover compiere una scelta per decidere definitivamente da che parte stare.
Ma, alla fine, questa scelta sarà davvero sua o sarà la vita stessa a decidere per lei?

Considerazioni:

La giovane Viola, fin da bambina è attratta da una collina che intravede ogni volta che attraversa il ponte del suo paesino. Un giorno nota qualcosa di insolito: sulla collina si erge un’antica costruzione in mattoncini, di un grigio smorto, che non ha mai visto e così spinta dalla curiosità si incammina in quella direzione.  Arrivata lì però non trova alcuna traccia di quell’antica abitazione.  Si promette di ritornarci spesso per verificare se la situazione potesse cambiare.  Ed eccola lì, dopo un decennio, la rivede e sembra un vero e proprio portale per un altro mondo.  Spinta dalla stessa curiosità che l’aveva portata fino a quel punto, attraversa il portale e si ritrova di fronte una natura incontaminata.  Una volta immersa in quel mondo fa la conoscenza degli abitanti di casa Eolande: Erin, Liam e il suo proprietario Sir Morgan.  L’ambientazione e il modo di parlare dei suoi abitanti fanno supporre alla ragazza di essere tornata indietro di qualche epoca.  Durante il suo periodo di permanenza Viola, riesce a stringere dei rapporti di amicizia con la governate Erin, con il cuoco Liam e a creare un rapporto più intimo con Sir Morgan.  In questo universo abitato da umani, folletti, fatine e streghe Viola ritrova sé stessa.  La storia è ambientata in Irlanda nel lontano 1922 e vede come protagonisti, Viola, Erin, Liam e Morgan.  Viola è una giovane venticinquenne che fatica a capire quale sia il suo posto nel mondo, si sente avvilita, spezzata e non riesce più a vivere in questo modo. Il viaggio che intraprende le fa fare pace con sé stessa, e riesce soprattutto a trovare quell’amore che ha sempre voluto.  Sir Morgan è un uomo burbero, triste, rassegnato a vivere un’esistenza priva di felicità e pieno di cicatrici dovute alle disgrazie che hanno colpito la sua famiglia ma con l’arrivo della giovane riesce ad uscire dal suo guscio vuoto e a riprendere in mano la propria vita.  Erin è una vecchietta arzilla e astuta che cerca in tutti i modi di manipolare Viola e Morgan affinché possano essere felici insieme.  Liam è un personaggio solare, sempre pronto a cucinare delle prelibatezze e a servire la sua immancabile invenzione: l’Ippocrasso.  La storia è coinvolgente e mai banale, costruita sullo sfondo del folklore irlandese con le sue credenze popolari basate sul piccolo popolo che ho trovato intrigante ed affascinate.  Quello che mi ha colpito di più è stata la scrittura ammaliante e scorrevole dell’autrice.  Il finale colpisce e destabilizza.   Questo fantasy romance è stata una piacevole sorpresa.

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