Recensione: Tra le nostre parole di Katie Kitamura
Trama:
Una giovane donna di origine giapponese, nata a Singapore, cresciuta in Francia e poi trasferitasi negli Stati Uniti, arriva all’Aja per lavorare come interprete alla Corte penale internazionale. Multilingue, ma senza radici, è in cerca di un luogo in cui sentirsi se stessa, un luogo da chiamare «casa». Nel tessere una prima rete di relazioni, si ritrova presto coinvolta in un ribollire di drammi personali: con Adriaan, l’uomo separato dalla moglie ma ancora legato a quel matrimonio, con cui comincia una storia d’amore; con Jana, l’amica gallerista che assiste a un apparentemente casuale atto di violenza che diventerà un’ossessione per la nostra protagonista; e con l’imputato, un ex presidente di Stato cui deve prestare la sua voce in traduzione, colpevole di crimini così orrendi da crearle importanti problemi etici. Silenziosa e introversa, dominata da passioni tranquille, la giovane interprete si ritrova ad affrontare dubbi legati all’amore, al potere, alla violenza, sia nelle sue relazioni più private, sia nel lavoro alla Corte.
Considerazioni:
Una giovane donna si trasferisce all’Aja per lavorare come interprete presso la Corte Penale Internazionale. Orfana di un luogo da chiamare “casa”, perché trasferitasi continuamente in stati diversi durante l’infanzia, la protagonista spera finalmente di poter mettere radici e iniziare a fare chiarezza dentro di sé. Intreccia subito dei rapporti con persone che all’apparenza sono salde e determinate, ma che in realtà vivono dei drammi personali, come Adriaan, l’uomo di cui si innamora, l’amica Jana, Anton, l’uomo vittima di una strana e violenta aggressione che ossessionerà la donna, e l’ex presidente sotto processo, cui presterà la voce. La trama è avvincente, con momenti di forte tensione e momenti di profonda quiete e riflessione. La prosa è lineare e precisa, alle volte tagliente, e non stanca mai. La protagonista e la sua rete di relazioni è bene strutturata. Si è continuamente spinti a domandarsi se tutti dicano la verità e ciò che pensano, o se tra le loro parole si nascondano le vere intenzioni. Le parole infatti, sono un essenziale strumento di comunicazione ma anche di inganno. L’autrice indaga come il linguaggio, inteso più in generale, anche come la somma di pause, silenzi, intonazione e gesti crei e definisca verità parallele di una stessa vicenda. In più, la neutralità intrinseca nel prestare la voce al racconto di altre persone, può portare con sé degli interrogativi morali sulla compartecipazione a ciò che è oggetto di racconto. “Tra le nostre parole” è un libro affascinate e sempre coerente, da leggere con passione fino alla fine.