Recensione: Quella sera dorata di Peter Cameron

Recensione: Quella sera dorata di Peter Cameron

Trama:

Quando qualcuno si accinge a scrivere la biografia di qualcun altro, parenti e amici del biografato cercano quasi sempre di ostacolare un’iniziativa che, in un futuro minacciosamente vicino, li costringerebbe a leggere la solita compilazione di svarioni, congetture e voli di fantasia non autorizzati. È quindi ovvio che né la moglie, né il fratello, né l’amante del defunto Jules Gund, autore di un solo e venerato libro, desiderano che il giovane Omar Rezaghi si rechi nella tenuta di famiglia in Uruguay, e si impicci di faccende che non lo riguardano. È solo l’inizio di una commedia dove nessuna combinazione di fatti, sentimenti o rivelazioni è esclusa in partenza.

Considerazioni:

Cameron ci regala un’altra storia emozionante, attraverso una prosa densa e scorrevole. In quella sera dorata, racconta gli squarci di vita di persone la cui quotidianità si intreccia per caso. Ognuno di essi evolve, cresce e cambia proprio dopo che la vita li porta ad incontrarsi. Nessuno sta vivendo la vita che vorrebbe, ma crede invece fieramente di farlo. In realtà, è la paura di affrontare la verità sulla direzione della propria vita a paralizzare i personaggi. Ognuno ha una sua forte identità, e Cameron riesce ad incantare il lettore con una descrizione perfetta e mai noiosa dei luoghi, che sia un Uruguay selvaggio e isolato, o una New York affollata e romantica. Non si riesce a staccarsi dalle pagine di questo libro e si segue con profonda attrazione lo svolgersi delle vicende e ci si sente parte del tutto, parte del mondo interiore e degli sconvolgimenti emozionali dei personaggi, che si seguono con intimo rispetto, quasi a non voler interferire con i loro mutamenti.

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