Recensione: Il Tempo della Neve: Segni del Destino di Manuela Vinario.
Trama:
Norvegia, secondo millennio dopo Cristo, in una realtà alternativa.
Siamo in un’altra dimensione, in un mondo unico ma al contempo terrificante che associa alla modernità il retrogusto amaro dell’antichità. Profezie, incantesimi e giochi di potere si innestano su uno scenario barbaro e ostile, dove ogni anima umana è mossa dal filo invisibile del Destino, alle cui forbici nessuno può sfuggire. La magia è il fondamento su cui si regge il mondo conosciuto ed ingloba ogni essere umano che non abbia avuto l’ardire di rifiutarla, aspirando ad una natura indipendente e rivoluzionaria.
Alesys Von Hardin è una giovane fanciulla, principessa del Nord, cresciuta a Tromsø, una cittadina accogliente a nord della Muraglia, che divide i suoi territori da quelli dei suoi acerrimi rivali. Tutto in lei è diverso dagli altri Norvegesi, quelli che si considerano Puri. Lei, infatti, fa parte dei Tidløs, una popolazione indigena autoctona il cui territorio si estende in tre grandi fiordi, da sempre in conflitto con il resto dei sudditi di Norvegia. Da tempo immemore leggende e maldicenze di ogni tipo aleggiano su questa specie: maghi e stregoni violenti e barbari, che non si fanno scrupoli ad uccidere e a torturare violentemente chiunque capiti loro sotto tiro.
Ad Oslo invece, confinato fra le mura di un antichissimo castello, vive Gunnar, principino del Regno di Norvegia, Islanda e delle Nazioni dei Ghiacci. In questo primo volume della saga le loro storie si intrecceranno catastroficamente e il Regno subirà disastrose vicende. La potenza della natura, personificata in Alesys, si scontra con la sciocca evoluzione umana di cui Gunnar fa parte. Ostacoli e tradimenti coinvolgeranno la fanciulla, in un viaggio solitario alla riscoperta di se stessa, che, sospinta dal vento rivoluzionario che si agita in lei grazie ad una profezia ancestrale, incontrerà un crudele Destino da cui sarà schiavizzata e dalle cui catene cercherà di liberarsi.
Considerazioni:
Il Tempo Della Neve è un libro che mi ha intrigato fin da subito per i suggestivi paesaggi del nord e per gli accenni di mitologia norrena.
La scrittrice ha una capacità descrittiva a mio avviso notevole sia per quanto riguarda la descrizione dei paesaggi sia per la caratterizzazione dei suoi numerosi personaggi.
La storia risulta originale e complessa tanto da dare qualche difficoltà all’inizio per l’introduzione dei vari regni e sovrani che risulta quasi poco scorrevole.
Da metà libro in poi vi sono numerosi colpi di scena che riescono a mantenere alta la concentrazione sulla vicenda appassionando il lettore.
Il personaggio con cui mi sono sentita legata fin da subito è il piccolo Jørgen Andreassen, principe di Norvegia e Scandinavia Unita e fratello minore del principe ereditario Gunnar.
Il piccolo principe nato con una malformazione al braccio viene continuamente umiliato e sbeffeggiato da chiunque posi gli occhi sulla sua menomazione.
Non si sente all’altezza del suo ruolo grazie anche alla scarsa considerazione del Re Bjørg Andreassen,suo padre.
Sentendosi solo e poco compreso si rifugia spesso nella biblioteca di corte e trascorre il suo tempo leggendo libri di storia e mitologia.
La protagonista della storia è Alesys Von Hardin, principessa dei Tidløs e dominatrice del Ghiaccio e della Neve.
Ho avuto delle difficoltà all’inizio, ad entrare in empatia con lei per via della sua freddezza e apatia, che poi ho rivalutato comprendendo le motivazioni che la portano ad essere così.
Risulta comunque un personaggio forte e determinato, cosa che apprezzo in una protagonista.
Il finale stupisce e lascia la curiosità di proseguire il racconto per scoprire cosa succederà ai due regni.
Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di immergermi in questa magnifica magia del nord, che intendo proseguire con il secondo volume della saga.