Recensione: A game of retribution. Ade saga. Vol. 2.

Recensione: A game of retribution. Ade saga. Vol. 2.

Trama:

Ade, dio dell’Oltretomba, non si schiera, non aggira le regole. Su certi valori non fa eccezioni: né per gli dèi,
né per i mortali. Nemmeno per la sua amata Persefone, dea della primavera. Di solito, la paura fa sì che si
evitino le ritorsioni.
Quando Era, dea delle donne, si rivolge a Ade con un piano per rovesciare Zeus, il dio dei morti si rifiuta di
collaborare. Per punirlo, Era lo condanna a una serie di fatiche. Tra l’uccisione di mostri mitologici, e il
recupero di artefatti mortali rubati, ogni fatica sembra più insormontabile della precedente e lo distrae da
Persefone, la cui tragedia personale la induce a chiedersi se sia in grado di esistere come regina
dell’Oltretomba.
Ade riuscirà a difendere l’equilibrio desiderato?

Considerazioni:

A Game of Retribution di Scarlett St. Claire.  Il secondo libro della saga di Ade continua da dove si era interrotto “A Game of Fate”.  Il giorno dopo il loro ricongiungimento, la coppia formata da Ade e Persefone viene rapidamente schiacciata dalla frenesia che la notizia della loro unione provoca nella popolazione di Nuova Atene.  A subirne di più la pressione è Persefone, che non è abituata a stare al centro dell’attenzione come dea, avendo vissuto la sua vita fino a quel momento come una semplice mortale.  Ade cerca in tutti i modi di tenerla al sicuro dai suoi nemici, diventando però iperprotettivo e questo porta la coppia ad attraversare dei momenti di tensione.  Questo non è l’unico problema. Il piano per spodestare Zeus viene portato avanti da Era e Teseo che si alleano, unendo le loro forze per assicurarsi la riuscita.   Era propone un’alleanza a Ade, il quale la rifiuta e va incontro alla ira della dea.    Per vendetta la dea del matrimonio lo sottopone alle dodici fatiche e se Ade dovesse fallire il suo matrimonio con Persefone non verrebbe benedetto.  Oramai tutto è pronto per l’atto finale: la guerra.  Il libro, come anche il precedente, ruota intorno alla storia d’amore tra Ade e Persefone che ho trovato però un pò stucchevole. La mancanza di comunicazione tra i due protagonisti non viene affrontata in maniera decisa.  I due, infatti, sono capaci soltanto di utilizzare la loro attrazione fisica per sopperire a questa mancanza.  Ho trovato che Ade si incaponisca eccessivamente nel non riferire alla propria compagna il suo turbamento per la sua sicurezza, il loro destino incerto e la problematica legata alle dodici fatiche imposte da Era, e la possibilità di scendere in guerra. Questo lo rende maniaco del controllo e poco propenso ad instaurare un rapporto duraturo con Persefone.   La dea sembra l’unica interessata ad approfondire la conoscenza con Ade e a comprendere le decisioni dell’amato e il funzionamento del Regno. Ho adorato il momento di confronto tra lei e sua madre, Demetra, che ha compreso la forza dei poteri di sua figlia e del suo animo.  Una grande nota positiva in questo libro è rappresentata da Ecate, Ermes e Thanathos che con la loro ironia, gentilezza e fermezza riescono a sopperire alla mancanza di leggerezza all’interno della storia.   Nonostante ci sia stata più azione, non sono rimasta entusiasta del racconto.

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