Recensione: Il processo a Julian Assange di Nils Melzer

Recensione: Il processo a Julian Assange di Nils Melzer

Trama:

Uno stupratore, un terrorista e una spia che ha sulle mani il sangue di innocenti. Con queste pesantissime accuse Julian Assange – giornalista che con la sua organizzazione WikiLeaks ha rivelato al mondo le prove di crimini di guerra, torture e altri sporchi segreti dei potenti – da oltre un decennio è al centro di una feroce e sistematica persecuzione politica: indagato in Svezia per stupro e negli Stati Uniti per spionaggio, rifugiato per sette anni nell’ambasciata ecuadoriana a Londra, dal 2019 Assange è rinchiuso nel famigerato carcere di massima sicurezza di Belmarsh, la Guantánamo britannica, in attesa della decisione sull’estradizione richiesta dagli Stati Uniti, dove l’attivista australiano rischia fino a 175 anni di carcere.
In questo libro appassionante e inquietante Nils Melzer, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, presenta i risultati della sua rigorosa indagine sul caso Assange, documentando nei dettagli come i governi di Stati Uniti, Regno Unito, Svezia ed Ecuador abbiano messo illegalmente a tacere il fondatore di WikiLeaks. Le sue rivelazioni sono esplosive: Assange ha dovuto affrontare gravi violazioni del diritto a un giusto processo, prove manipolate, tortura psicologica, sorveglianza costante, diffamazioni e intimidazioni. Un vero e proprio calvario che Daniel Ellsberg, whistleblower dei Pentagon Papers, ha definito “lo scandalo giudiziario del secolo”.

Considerazioni:

Nils Melzer, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura ricostruisce la vicenda dolorosa della persecuzione e del processo a Julian Assange. Gli stati occidentali, che brandiscono le bandiere dei diritti umani e della loro difesa, che si definiscono promotori della libertà e della civiltà nel mondo, difensori dello stato di diritto e delle leggi internazionali si scagliano contro Assange, colpevole di aver dato una piattaforma a tutti coloro i quali volevano finalmente far venire a galla gli sporchi segreti del potere. Grazie a lui e al gruppo di lavoro di Wikileaks sono diventati pubblici crimini di guerra, attività di spionaggio, torture e corruzione ai massimi livelli. Il processo e l’intera situazione umana di Julian possono sembrarci lontani e la paura di vedere crollare le poche certezze tranquillizzanti che ci raccontiamo per sopravvivere ci rendono restii ad avvicinarci alla sua storia. Le pagine scritte da Melzer però sembrano essere un monito: non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà. Le democrazie occidentali, infatti, e in particolar modo la Svezia, il Regno Unito e gli Stati Uniti ci hanno mostrato la totale arbitrarietà con la quale interpretano e attuano il diritto giudiziario e i diritti dell’individuo, ma anche la loro compattezza nell’agire spietatamente, creando una narrazione comune per l’opinione pubblica allo scopo di denigrare la figura di Julian Assange. Per superare questa immagine costruita sulla sua persona, Nils Melzer ripercorre la vicenda dall’inizio, analizzando i processi per stupro, le richieste di estradizione, svedese e americana, il suo intervento come inviato delle Nazioni Unite, il rapporto con i funzionari governativi e la situazione nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Notiamo subito come sin dalle indagini preliminari svedesi fino al processo, le autorità coinvolte sembrano muoversi con il chiaro intento di fermare l’azione del giornalista. Piegando le leggi dei loro stati, giudici, ispettori, funzionari governativi e politici di alto rango, sostenuti dai media mainstream che certificano e ripuliscono le loro azioni, dimostrano quanto le argomentazioni dell’imputato e della sua difesa non abbiamo alcun peso. La partita è politica e l’esito è già scritto: distruggere pubblicamente e personalmente Julian Assange e con lui mandare un messaggio al mondo intero. L’autore ci fornisce tutti gli strumenti oggettivi per farci una nostra idea, senza mai spingerci verso un’opinione precostituita. Sono i fatti a parlare, e tutto ci dice che le democrazie occidentali hanno disatteso in maniera sistematica le norme dello stato di diritto, e in particolare la libertà di stampa e il diritto ad un equo processo. Se ci fossero state delle prove di reato chiaramente definiti e commessi, queste sarebbero dovute essere discusse all’interno di un processo basato sul diritto e non su accuse infondate, minacce di pene draconiane e omissioni. La vita personale di Assange viene messa in pubblica piazza, vivisezionata e data in pasta ai media con il solo obiettivo di dipingerlo come un mostro per cui provare repulsione. Con rammarico e sfacciata durezza, l’autore si rende conto di come le democrazie mature considerate alleate nella lotta contro la tortura siano in realtà in grado di attuarla, perpetuando un sistema di omertosa collaborazione per coprire le loro azioni. Quello che mi ha colpito è che nessuno, nemmeno gli stati coinvolti hanno avuto l’ardire di accusare Wikileaks di aver pubblicato documenti falsi o di dubbia autenticità. E’ importante poi ricordare come l’intero team ha svolto un lavoro rigoroso di riduzione del danno in cui ogni documento è stato revisionato e censurata ogni informazione che avrebbe potuto esporre singole persone a dei rischi. 

Ci tengo a dire che questo libro l’ho davvero apprezzato. La cura con cui l’autore ricostruisce i fatti, l’amore per l’oggettività e la verità traspaiono da ogni riga. Conoscevo già la storia di Assange ma ritengo che un libro come questo sia necessario perché proprio come l’agenda di Wikileaks perseguiva, è necessario rafforzare il senso di responsabilità del singolo. Dobbiamo quindi sapere di questo caso, parlarne e non farlo cadere nell’oblio. Lottare per la libertà e svelare gli orrori e le ipocrisie del nostro tempo e delle nostre democrazie perfettibili, è necessario per poter vivere in maniera autentica e cambiare davvero qualcosa.

Ringrazio la Fazi Editore per questa bellissima occasione e invito tutti a leggere questo libro. 

I governi coinvolti sono riusciti a spostare i riflettori che Wikileaks aveva rivolto verso di loro e le loro nefandezze verso la persona di Assange. In questo modo, i crimini di guerra e la corruzione sono dimenticati. 

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