Recensione: Io codardo guardavo il cielo di Misumi Kubo

Recensione: Io codardo guardavo il cielo di Misumi Kubo

Trama:

Satomi è una casalinga annoiata che subisce continue vessazioni dalla suocera per la sua incapacità di dare un figlio al marito. L’unica cosa che la vita non le ha tolto è la passione per gli anime e il cosplay, che coltiva fin da ragazzina, e quando a una fiera di fumetti incontra Takumi, un giovane adolescente dieci anni più giovane di lei, intravede e coglie al volo una via di fuga dalla sua realtà e convince il ragazzo a iniziare una torbida relazione in cui si lascia andare completamente. Quando però comincia a circolare in rete un video della scandalosa relazione, i due protagonisti dovranno uscire dalle loro fantasie e fare i conti con la cruda realtà delle proprie vite, fatta di vergogna, paura e isolamento. Sullo sfondo una piccola città di provincia attraversata dal corso di un fiume che assiste ora placido ora impetuoso alle esistenze degli abitanti scandite da dicerie, pettegolezzi e pregiudizi.Io codardo guardavo il cielo è un romanzo che riesce a essere duro senza essere violento, che indaga le pulsioni e le fragilità dell’animo umano senza mai diventare morboso, che racconta la scoperta del sesso e del corpo con uno stile delicato e intimista.

Considerazioni:

Una donna incastrata in un matrimonio infelice, con la passione per il cosplay e le anime, incontra un ragazzo del liceo e lo trasforma nel simbolo della sua evasione da una vita grigia e dura di cui non si sente protagonista. La relazione sessuale che i due intraprendono, è il centro del racconto che viene analizzato attraverso cinque punti di vista diversi dopo che i video e le foto dei loro incontri sessuali diventano di dominio pubblico. Pur essendo la vicenda centrale, ogni capitolo, racconta non solo la visione di un personaggio su quanto accaduto, ma anche la sua vita. Cinque mondi diversi, che si incontrano su un fatto, e raccontano delle difficoltà e delle speranze di ognuno. La dura vita di periferia, nella povertà e nell’abbandono, il lavoro minorile, i palazzi delle case popolari, la disparità di condizioni e di accesso ai servizi basata sul censo ma anche la violenza fisica e psicologica, le aspirazioni di ognuno, la scoperta del sesso e la bramosia ad esso collegata. Questo libro racconta della durezza della vita, dei pregiudizi, del bullismo e dell’emarginazione, ma anche della speranza, della vitalità dei rapporti umani, della possibilità di cambiare la propria vita in meglio, in poche parole dell’esistenza a 360 gradi. L’ambientazione è quella di una città del Giappone, e della sua periferia, sostenuta da una scrittura semplice e scorrevole, priva di pregiudizi nell’esposizione del racconto, ma accurata e decisa. Non ci sono censure di pudore, ma sono presenti in tutta la loro vivacità e spregiudicatezza le relazioni umane. Questo libro riesce ad arrivare dritto al cuore. Nessuna condanna, nessun giudizio, ma solo profonda compassione e comprensione.

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