L’Isuledda
Un racconto incentrato su un luogo magico come l’Isuledda, con protagoniste due donne Giulia e Laura. Due epoche diverse. Due storie unite da una passione comune.
Trama:
San Teodoro, Sardegna, 1768. Oviddè è un luogo ancora schiavo di regole arcaiche, ma Giuseppe e Giulia sanno come evadere dalle imposizioni delle famiglie e godere della reciproca compagnia in un territorio ostile. Sono solo due bambini quando si giurano amore eterno, già consapevoli degli invalicabili ostacoli che troveranno sulla loro strada e dell’opposizione delle famiglie, ma certi che il sentimento che li unisce sarà più forte di un destino crudele e imponderabile. La vita, però, sa essere più dura dei sentimenti e quello che li aspetta è un futuro fatto di silenzi e dolore: solo lo spirito delle loro anime continuerà a sopravvivere nei secoli.
Considerazioni:
L’Isuledda di Antonella Ferrari.
Ho letto questo libro dopo aver avuto il piacere di incontrare e conoscere l’autrice.
Attraverso il suo romanzo si percepisce l’amore smisurato che nutre nei confronti di San Teodoro, e più in generale della Sardegna. Il titolo omaggia una delle spiagge più belle e più care alla Ferrari della cittadina della costa orientale sarda, l’Isuledda.
Il romanzo si compone di due parti narrative distinte. La prima parte narra la storia amorosa di Giulia e Giuseppe. Ambientato a fine settecento, si ripercorre la storia del luogo attraverso le usanze, i modi di dire e il dialetto gallurese, che viene riportato con particolare attenzione in alcune parti del racconto.
Ho apprezzato molto questo breve racconto ricco di pathos, sensazioni vivide e pezzi di vita quotidiana, strappate dalla loro monotonia e presentate in una trama accattivante per la sua semplicità. Avrei sicuramente preferito che fosse ampliato e reso più corposo.
La seconda parte del libro è composta dalla storia più recente, siamo nel 2018, di Laura che innamorata di San Teodoro decide di ritornare stagione dopo stagione, in cerca di emozioni sempre più forti e di quell’abbraccio materno che solo l’isola riesce a darle.
Qui ho trovato un po’ di scollamento tra le vicende narrate e la realtà che si vive all’interno del paese, con la presenza di alcune incongruenze che rendono la lettura meno attraente.
Inoltre, traspare una decisa volontà di pubblicizzare la Sardegna, a volte cadendo in descrizioni poco veritiere e che al lettore conoscitore del posto potrebbero apparire quasi forzate.
La storia di Giulia e Giuseppe per la sua originalità e per lo studio attento alla ricostruzione della Gallura di un tempo, avrebbe meritato, a mio parere, un libro tutto per sé, evitando di essere interrotto dalla seconda parte. La narrazione è semplice, concreta, dritta al cuore della vita quotidiana dell’epoca.
Ringrazio Antonella Ferrari per la fiducia e la copia cartacea!