Le Sette Lune Di Maali Almeida di Shehan Karunatilaka
È uscito il 6 giugno per la Fazi Editore il romanzo “Le Sette Lune Di Maali Almeida” di Shenan Karunatilaka e vincitore del Booker Prize 2022.
Trama:
L’incredibile storia di Maali Almeida si apre in circostanze a dir poco inconsuete: il giovane Maali, fotografo di guerra, giocatore d’azzardo e gay clandestino, si è appena svegliato in quello che sembra un ufficio visti celestiale. È morto, il suo corpo sta affondando nelle acque quiete del lago Beira e lui non ha idea di come ci sia finito. Siamo nel 1990, Colombo è «una città puzzolente dove le azioni rimangono impunite e i fantasmi camminano non visti» e lo Sri Lanka un paese in cui l’elenco dei sospetti è tristemente lungo e a regolare i conti sono squadroni della morte, attentatori suicidi e sicari. Nemmeno nell’aldilà, però, si può stare troppo tranquilli. Il tempo, per Maali, scorre veloce: ha a disposizione soltanto sette lune – sette notti – per contattare l’uomo e la donna che più ama e condurli alla sua scatola segreta di fotografie, una collezione di immagini altamente compromettenti che potrebbero sconvolgere lo Sri Lanka. Deve assicurarsi che non vadano perdute. Disturbato da ostacoli di ogni sorta, cerca di portare a termine la complicata missione e, nel frattempo, si sforza di rimettere ordine nei ricordi per risolvere l’enigma che lo assilla: chi l’ha ucciso?
Considerazioni:
Le sette lune di Maali Almeida di Shehan Karunatilaka.
Maali Almeida, era un fotoreporter e si è sempre trovato al posto giusto nel momento giusto. Ha così collezionato una serie di foto compromettenti che potrebbero far cadere il governo e mettere in serio pericolo la sua vita. Si “risveglia” nell’aldilà con un solo infradito, con la bandana rossa, e la sua immancabile macchina fotografica al collo. Non sa come sia morto e perché. Ha sette lune di tempo per decidere se andare al controllo delle orecchie e seguire così le istruzioni per andare nella luce oppure meditare la vendetta. Il racconto tumultuoso di Maali, scritto in seconda persona, è una sorta di lettera in cui il protagonista narra la sua storia. Attraverso il rewind della sua vita, possiamo capire insieme al giovane come sia difficile vivere nello Sri Lanka durante i lunghi anni di guerra civile e come la comunità omosessuale sia privata della libertà di esistere.
Tutti crediamo di compiere delle scelte giuste ed egoisticamente non riflettiamo se così facendo, le nostre scelte possano ricadere sulle persone a noi care, ferendole. Alla fine, Maali negli ultimi istanti di vita prende atto di come possa migliorare la sua vita e decide di abbandonare tutto per essere finalmente felice. Purtroppo non ha la possibilità di farlo, viene ucciso subito dopo e rivivendo quel momento si pente amaramente di non aver chiesto perdono. Arriva anche ad escludere la vendetta nonostante gli uomini che hanno compiuto atrocità siano ancora in vita perpetrando le stesse azioni brutali.
È un bellissimo racconto di uno spaccato di mondo che conosciamo poco e che nonostante la sua bellissima immagine ha vissuto e vive momenti di estrema disumanità. Ma è anche un romanzo di amore e amicizia. Mi ha colpito molto questo romanzo con all’interno un personaggio terribilmente concreto, privo di finzione e con una solida e chiara visione sia politica, sia di vita. La parte finale devo ammetterlo mi ha lasciato con l’amaro in bocca, ma è anche vero che non sempre abbiamo la possibilità di riscattarci, chiudendo il cerchio della nostra esistenza.
Ringrazio la Fazi Editore per la copia.