Arma Infero 1: Il Mastro di Forgia

Arma Infero 1: Il Mastro di Forgia

Arma Infero- Il Mastro di forgia di Fabio Carta è una lettura inusuale che vi trasporterà in un mondo nuovo e particolare.

Trama:

Su Muareb, un remoto pianeta anticamente colonizzato dall’uomo, langue una civiltà che piange sulle ceneri e le macerie di un devastante conflitto. Tra le rovine v’è Karan, vecchio e malato, che narra in prima persona della sua gioventù, della sua amicizia con colui che fu condottiero, martire e spietato boia in quella guerra apocalittica. Costui è Lakon. Emerso misteriosamente da un passato mitico e distorto, piomba dal cielo, alieno ed estraneo, sulle terre della Falange, il brutale popolo che lo accoglie e che lo forgia prima come schiavo, poi servo e tecnico di guerra, ossia “Mastro di Forgia”, ed infine guerriero, cavaliere di zodion, gli arcani veicoli viventi delle milizie coloniali. Ed è subito guerra, giacché l’ascesa di Lakon è il segno premonitore di quel grande conflitto i cui eventi lui è destinato a cavalcare, verso l’inevitabile distruzione che su tutto incombe.

Considerazioni:

Arma infero- Il mastro di forgia, primo libro di una lunga serie, di Fabio Carta è difficile da inquadrare in un unico genere, ha una componente forte di fantascienza che prevale rispetto agli altri, ma ha anche una componente fantasy e storica. 

Ammetto che sia stata una lettura impegnativa non per via delle 692 pagine ma per la frammentazione della storia che ha sicuramente giocato un ruolo principale nella mia confusione. La scrittura mette in mostra le capacità dell’autore ma mette in difficoltà il lettore, che trova arduo e ostico l’utilizzo di un italiano vetusto, arcaico che appesantisce la narrazione. In alcuni momenti, e mi duole doverlo ammettere e scrivere, non riuscivo a comprendere dove l’autore volesse condurre il lettore.  Avrei sicuramente tagliato alcune parti per renderlo più scorrevole e meno impegnativo nella lettura, soprattutto per quanto apprezzate, vi sono fin troppe descrizioni.  Mi ha colpito molto anche la storia originale e la caratterizzazione di alcuni personaggi.  Il mio preferito è sicuramente lo scienziato- soldato Karan, forte, caparbio e affascinante. Ma vi è anche Lakon, su sui ci si pone numerose domande, è sicuramente misterioso e particolare tanto che invoglia il lettore a scoprire di più sul suo conto andando avanti con la lettura.  È presente anche una componente femminile che rimane però marginale tratto che ho trovato inaccettabile e incomprensibile.  L’ambientazione è sicuramente singolare e confronta il “vecchio” con il “nuovo” mondo e la guerra sullo sfondo rende la narrazione avvincente ma fredda, cupa e sinistra. Qualità che hanno reso avvincente la storia e mi sento di suggerire di dare una possibilità a Arma Infero, nonostante alcune componenti negative. 

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